La scena nella biosfera
ovvero
descrizione di una alleanza fra teatro e
agricoltura biologica
Premessa: il lavoro agroculturale di Koinè.
L'intera attività dedicata all'agrocultura sviluppata negli ultimi
anni da Koinè con il progetto State Agresti illustra il principio
della specificità biologica di un territorio . Ciò che "rappresentiamo"
(quasi sempre) é il luogo stesso in cui agiamo, con la sua morfologia,
le sue comunità umane, animali, vegetali e minerali, la sua storia
e la sua lingua. Il nostro approccio é debole e permeabile alle informazioni
che giungono dal contesto; l'attività drammaturgica che consegue coniuga
tali elementi in testi originali. Ciò che vogliamo dimostrare é che
i modelli comportamentali e creativi dell'agricoltore biologico, che
riconosce la fertilità e la biodiversità del suo terreno e le rispetta,
e quelli dell'artista, che sottrae forme e parole dalla materia stessa,
coincidono. Ma se l'agire dell'agricoltore conservava in origine e
fino a tempi recenti tale carica artistica, essa è completamente scomparsa
con la diffusione delle monocolture intensive fertilizzate e sterilizzate
sinteticamente. L'agricoltura, nella sua complessità colturale e culturale,
è stata in tal modo degradata dall'immissione delle molecole di sintesi
che hanno enormemente facilitato e banalizzato il gesto produttivo
del contadino. Colui che a scadenze bisettimanali irrora il proprio
terreno di pesticidi e nebulizza concimi fogliari sui frutteti, non
compie alcuna indagine conoscitiva, non percorre alcun sentiero euristico
intorno ai problemi agronomici del podere, ma li elimina preventivamente.
E 'preventivamente' elimina anche ogni conoscenza intorno alla vita
dell'organismo biologico che sta coltivando. Ciò che viene eliminato
non è solo il parassita, il microrganismo responsabile del un deterioramento
delle qualità organolettiche del prodotto agricolo, ma viene anche
eliminata la 'vita del podere' dalla mente dell'agricoltore, la propensione
ad una relazione ecologica, esplorativa, informazionale con la terra.
Allo stesso modo il teatro ha eliminato dai suoi processi mentali
la "vita della biosfera". Come i chimici ottocenteschi isolarono nei
laboratori i loro esperimenti botanici e pedologici, così anche i
teatranti, nello stesso periodo, isolarono termodinamicamente, negli
unificati edifici teatrali, le loro rappresentazioni della vita. E,
ancora oggi, continuano a dissipare energia per trasferire da un posto
all'altro le repliche di "un altro posto". Koiné ritiene che la tutela
della biosfera e della biodiversità sia il compito più urgente dell'
umanità e quindi anche del teatro. L'Agricoltura Biologica èl'unico
progetto, su scala mondiale, che permette il radicarsi di una concreta
speranza ecologica. La vocazione teatrale di Koiné é ricordare perennemente
che la fertilità colturale e culturale della terra é il primo scopo
di questa agricoltura, il profitto é il secondo.
La biodiversità
Mettere in scena il principio della biodiversità è uno dei
nostri progetti basilari.
Agrobiodiversità significa innanzi tutto conoscenza di un territorio
e delle specie viventi autoctone che lo abitano. Significa entropia
e complessità, un tutto che si tiene ed interagisce, creando un (micro)mondo
in cui trovano spazio adeguato tutte le componenti. Significa rispetto
e ricchezza insostituibile di un luogo, rifiuto del principio economico
dell'equivalenza e della valutazione monetizzabile. Significa strati
di senso sovrapposti ad un seme, ad ogni singolo seme: valore nutrizionale,
valore come indicatore biologico, valore culturale, valore commerciale,
valore entropico all'interno di un area naturale. Ma il teatro vive
di rappresentazione, ed un progetto scenico che voglia non semplicemente
illustrare, ma rappresentare il concetto di biodiversità deve, nelle
sue pieghe, farsi biodiverso, proteggere ed esaltare la peculiare
composizione vitale che lo rende evento unico ed irripetibile, necessariamente
contingente eppure radicato in un luogo. Deve mostrare come il processo
produttivo stesso dello spettacolo nasca da risorse del territorio
coinvolte da motivi di pertinenza ed utilità. Contemporaneamente,
deve rendere riconoscibili nel progetto le impronte dei singoli individui
che lo creano e che lo fruiscono. Anche un progetto drammatico è un
tutto che si tiene, in cui si sovrappongono strati di senso. L'agire
teatrale stesso diventa metafora eloquente di ciò che si intende rappresentare.
Un teatro anomalo, non teatrale negli spazi, nei tempi, nei contenuti,
ma che fa uso delle professionalità del teatro e del linguaggio della
scena per entrare in contesti insoliti e porsi in relazione con le
loro componenti, con la loro complessità.
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